Rispetto per Mameli Un clamoroso abbaglio da parte della "Padania" La "Padania", che ha iniziato a pubblicare la storia a puntate del Risorgimento di Lorenzo Del Boca, sta prendendo un abbaglio. Il quotidiano leghista confonde la ricostruzione storica con il pettegolezzo, come se fra duecento anni si dicesse della Lega che sosteneva un presidente del Consiglio intento in festini con belle ragazze. La versione che viene fornita sul quotidiano leghista da Del Boca, quando tratta di Goffredo Mameli, definendolo "ladro" e "opportunista", è pari a quella di chi domani potrebbe definire Bossi come un "indolente" e un "sicofante". Dovrebbe stare molto attento il quotidiano leghista a non inaugurare un gusto per la ricostruzione storiografica che gli si può ritorcere contro. Anche se fra due secoli. Perché, a distanza di due secoli, c’è ancora chi intende difendere la memoria di Mameli; e magari, fra due secoli, nessuno si troverà a difendere la memoria della Lega e di Bossi. Il motivo sarebbe proprio legato a "Fratelli d’Italia". Ora, sinceramente, non sapevamo di questa storia di Mameli che non avrebbe scritto di proprio pugno l’Inno nazionale, ma avrebbe copiato le strofe da Anastasio Cannata, un frate appassionato di poesia che gli aveva offerto rifugio. Si sa invece che la musica dell’inno è stata composta da altri, ma non è questo il punto. Il punto è che Mameli voleva dare un inno al popolo italiano e lo ha scritto sulla base delle sue capacità: la cosa è servita. Preoccuparsi del malumore del frate non inficia la storia di quelle migliaia di patrioti che, grazie a Mameli, ebbero il loro inno. E, vista la fine tragica di Mameli, morto giovanissimo in difesa del suo ideale, ha dell’incredibile tacciarlo con gli aggettivi usati da Del Boca ed esaltati nei titoli della "Padania". Purtroppo c’è un pregiudizio da parte della "Padania" e della Lega verso l’Inno di Mameli. Pregiudizio profondamente sbagliato che nasce da una cattiva lettura del testo, che recita appunto "schiava di Roma". Non con un riferimento alla libertà - come temono i leghisti - ma alla vittoria d’Italia, che dell’"elmo di Scipio si è cinta la testa". Mameli chiede all’Italia una vittoria militare, invece che una rassegnata sopportazione dell’occupazione straniera. La chiede prima di tutto ai patrioti lombardi e ricorda i successi della Repubblica di Roma antica. Curiosi versi per un frate, in effetti. E, per carità, di incompetenti, truffatori e voltagabbana nella storia d’Italia e del Risorgimento ne troviamo fin che vogliamo: non serve che Del Boca ce lo spieghi. Bisogna anche però considerare l’ispirazione ideale all’indipendenza, all’autonomia e alla democrazia: condizioni che sotto l’Austria e il papato non esistevano. E la "Padania" ha un protagonista del Risorgimento a cui potrebbe rivolgersi: è Carlo Cattaneo. Senza il Risorgimento, insomma, non sarebbe stata nemmeno possibile l’idea federalista. Studino Cattaneo e lascino perdere Del Boca. |